Professione Shiatsu

Roberto Poli

C’e’ una architettura sottesa e non visibile, dentro il gesto che si apprende ponendosi professionalmente allo Shiatsu, come al Tuina. Poiche’ la peculiarità di queste tecniche altamente terapeutiche , consistono in capacità acquisite, al fine di accompagnare anche l’ altro in spazi corporei capaci e profondi, il che richiede continuita’ in un percorso personale, che permetta l’ operatore e il ricevente di costruire una connessione. Ciò permette di addentrarsi con fiducia in quel tempo, in quelle memorie strutturate nei tessuti, nei muscoli , nei tendini , quali espressione di una emozione che non essendo mai diventata sentimento trasformativo , o troppe volte male espressa , comunicata erroneamente oppure trattenuta , viene lasciata in giacenza, come accantonata nel corpo sotto forma di dolore. Questo stimola neurologicamente un nuovo disegno posturale possibile , disegno che si deve saper tradurre e conoscere , poiché e’ il vestito che quel corpo ha indossato per potere camminare nel mondo. La possibilità di contattare e riconnettersi in quelle zone scritte e descritte nelle esistenze dalla vita , a volte obliate, consiste in un intelligere che richiede un accordo di disponibilita’ nel concertarsi, in un insieme di reciproci intenti. Occorre quindi agire con intenzione ed attenzione focalizzata, che vale pure come allenamento e disciplina. Si lavora su determinati e precisi punti che richiedono conoscenza e studio , con diverse intensita’di pressione che richiedono sensibilita’ acquisita nel tempo , e con il respiro sincronizzato con la pressione : il che fa di un semplice stimolo cutaneo, un gesto permeato di consapevolezza ,che si puo’ acquisire con disciplina, costanza, applicazione e molto lavoro .

Sicuramente , e parlo oltre che da operatore , anche da insegnante con migliaia di ore di insegnamento a centinaia di persone, qualcuno ha una maggiore predisposizione, e qualcuno meno, ma tutti possono apprendere con il giusto atteggiamento. Inoltre, tutti noi dobbiamo ogni giorno cercare sempre nel nostro lavoro in relazione d’ aiuto con l’altro, la propria personale connessione. Questo consente di renderci consci che queste tecniche, non a caso tradotte dalle neuroscienze in tecniche psicocorporee, hanno questa funzione e lo sono da sempre. Senza scomodare la teoria polivagale del sistema nervoso, o i concetti di Shen in medicina cinese, non e’ difficile comprendere che e’ un processo con una moltitudine di variabilità .

Ogni banalizzazione, semplificazione e velocizzazione dell’ apprendimento di questa infinita e meravigliosa professione, e’ una mera commercializzazione, un ennesimo stupro alla bellezza, una presa in giro a sé stessi e agli altri .

Del resto viviamo in un tempo in cui, ad esempio per un brano musicale, oggi contano le “visualizzazioni”, e non gli ascolti, perche’ per ascoltare oggi e’ necessario scardinare tutto. Qualcuno ricorderà il tempo in cui si annusava il cellophane che ricopriva la copertina del disco di vinile, la toglievi piano , dopo aver guardato la copertina del disco, osservata come un capolavoro, la annusavi e toccavi quel progetto visibile che custodiva un altro progetto : quello sonoro , che tu avevi scelto con curiosità, a volte rischiando perche’ utilizzavi i tuoi risparmi per acquistarlo , ma consapevole perche’ fruttava ore e ore di ascolto ; in quel caso specifico,le visualizzazioni che si creavano nell’ ascoltare erano personali capacita’ immaginifiche .

Per concludere:puoi quindi decidere, se essere semplicemente visualizzato e visualizzarti, oppure ascoltato per poterti a tua volta sentire, ma sappi che nella seconda opzione, intrinsecamente vi e’ una moltitudine di processi di apprendimento, che la velocità con cui oggi tutto si vende (percorsi di studio inclusi) non ti dara’ mai.

A meno che si pensi di essere fatti di sola superficie..

Tutto sommato penso che in tutte le professioni la superficialità non sia ammessa .

Lo shiatsu quindi, non si esercita a caso.. Mio padre, che era un incisore e lavorava lentamente , per un periodo mi insegno’ la sua arte e diceva: “..incidere ti obbliga a rispettare diversi tempi , una incisione su un pezzo solo può risultare il lavoro di due mesi e non puoi lavorare senza l’impegno..”; figurati quelli che pensano di imparare usando la testa come i piedi

E se incidere consiste nel martellare con una punta un pezzo di metallo, per farne un capolavoro , praticare shiatsu e’ riconnettersi ad una melodia e armonia che e’ il proprio essere un capolavoro , dimenticato e obliato , altro che, a ” visualizzare”..!

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Livio Bucci

ELOGIO DEL KATA

Il kata nello shiatsu non è solo una serie di movimenti meccanici, ma un rituale che richiede presenza mentale e sensibilità. Ogni pressione, ogni movimento, deve essere eseguito con attenzione e consapevolezza, permettendo al praticante di entrare in sintonia con il ricevente e di percepire le sottili variazioni energetiche. Questa precisione e questa connessione profonda sono fondamentali per l’efficacia del trattamento shiatsu.

In conclusione, il kata rappresenta un elemento essenziale della cultura orientale, un metodo per raggiungere la perfezione attraverso la pratica ripetitiva e consapevole.

Nelle arti marziali, così come nello shiatsu, il kata è molto più di una semplice sequenza di movimenti: è un percorso di crescita personale e spirituale, un mezzo per armonizzare corpo, mente e spirito.

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