Convegno “Lo Shiatsu nella Medicina Integrata,esperienze attuali e prospettive future”. Venerdì 16 giugno 2023 – Fondazione Giorgio Cini – Venezia(Italia) – Stralcio di alcuni atti del Convegno.

PROF. MARCO INGROSSO

Direttore Laboratorio Paracelso Università di Ferrara

“IL PERCORSO DI PROFESSIONALIZZAZIONE DELL’OPERATORE SHIATSU : QUALI OPPORTUNITA’ NELLE CASE DELLA COMUNITA’?”

Buongiorno a tutti. Sono molto lieto di partecipare a questa giornata importante di riflessione sul tema dello Shiatsu nella medicina integrata, esperienze attuali e prospettive future.

Il tema che vorrei affrontare è quello del percorso di professionalizzazione dell’operatore shiatsu.

La mia riflessione parte da una indagine sociologica,che abbiamo compiuto fra il 2017/2018 sugli operatori Shiatsu in Italia attraverso un campione rappresentativo in cui abbiamo evidenziato appunto le attese, le aspettative,le competenze degli operatori esistenti, ma prima abbiamo fatto, un’indagine di sfondo, come si dice un’analisi di contesto, esaminando gran parte della letteratura anche europea e mondiale esistente,dove abbiamo evidenziato l’esistenza di un percorso nello sviluppo di quelle che comunemente vengono definite medicine complementari e/o alternative ,oppure medicine non convenzionali mettendo tutto in un quadro che si suppone omogeneo ma che poi completamente omogeneo in realtà non è.Noi abbiamo vissuto, almeno in occidente, una cosiddetta fase chiamiamola “alternativa”, in cui all’interno di movimenti sociali e culturali critici dei modi di vita dominanti che si sono sviluppati soprattutto negli anni ’60-’70,si introducevano in occidente alcune medicine di altra provenienza, o che non avevano avuto fino ad allora degli sviluppi suscitando un certo interesse, quindi una fase così detta alternativa rispetto alle

medicine tradizionali ufficiali in occidente. Siamo poi passati negli anni successivi a una fase,che è stata chiamata più di tipo“complementare “fra gli anni ’80 e ’90, in cui queste associazioni hanno cominciato più a viversi come luoghi in cui si sviluppavano delle pratiche, delle competenze, delle capacità e si avviavano dell’esperienze di formazione, cioè delle scuole rivolte soprattutto ad un pubblico interessato.

Siamo arrivati a partire dagli ultimi vent’anni del 2000 a una fase che spesso è chiamata “integrativa” e anche nel titolo oggi viene chiamata questa integrazione, è una fase in cui si cerca di sviluppare come vedremo,anche una maggiore professionalità e un maggior inserimento all’interno del contesto occidentale, in particolare in un campo ampio di salute non solo di terapia o di cura, che ha un continuum,che va dalla promozione della salute alle cure primarie e la riabilitazione, in cui c’è posto anche per le pratiche come vedremo che generano salute, che si appoggiano su un approccio di salute.Abbiamo detto che dentro al grande contenitore delle medicine cosiddette non convenzionali in realtà ci sono delle differenze di sviluppi di percorsi e anche di riconoscimenti del nostro ambiente scientifico-culturale.In particolare le pratiche che derivano più direttamente dalle medicine orientali, faccio l’esempio dell’Agopuntura, hanno avuto dei riconoscimenti parziali se vogliamo e nel tempo, per esempio ci sono documenti fondamentali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che dicono che queste medicine nei loro paesi d’origine, chiamate medicine tradizionali, hanno comunque assicurato un livello di base di assistenza.

Nei paesi occidentali sono arrivate con alcune tecniche, alcune pratiche. L’Agopuntura per esempio è riconosciuta come una pratica terapeutica spesso anche affidata a medici occidentali in 142 paesi del mondo. Poi ci sono le medicine di origine occidentale ma non di tipo allopatico che hanno avuto

riconoscimenti controversi ,qui cito la più conosciuta che è l’Omeopatia che come sappiamo genera

continuamente delle discussioni sul riconoscimento, sull’efficacia e così via. Ci sono poi le tecniche che possiamo chiamare psicosomatiche ad esempio la meditazione, la mindfulness ecc,che hanno avuto diversi adattamenti e inserimenti negli stili di vita anche occidentali, hanno avuto dei riconoscimenti sulle capacità di sviluppare degli stili di vita sani e quindi hanno cominciato a essere introdotte e accettate anche nel panorama occidentale. Poi arriviamo alle “pratiche corporee” in cui effettivamente dall’origine orientale arriviamo anche a degli sviluppi, degli inserimenti, delle evoluzioni di tipo occidentale ed al riconoscimento anche in divenire. Ad esempio se io cito la Chiropratica o l’Osteopatia noi sappiamo che sono entrate anche nel novero occidentale. Certamente lo Shiatsu fa parte di queste pratiche corporee che sono in attesa, che stanno facendo un percorso professionalizzante e di riconoscimento. Ci sono diversi documenti internazionali ed europei, in particolare come quello qui citato, sul contributo che le medicine complementari alternative possono dare a un sistema di cure sostenibile in Europa che cercano di evidenziare quali sono gli apporti che la presenza di queste pratiche, di queste tecniche, di queste medicine,in alcuni casi possono dare.Per esempio molto brevemente l’approccio di visione d’insieme,una idea dinamica di salute,non solo come stimolo alla vitalità e alla resistenza,anche di fronte alle malattie e la prospettiva salutogenica cioè di generazione e rigenerazione dell’energia della vitalità corporea e psico corporea,di fronte anche alle difficoltà e alle situazioni che il soggetto può affrontare. Il trattamento personalizzato,individualizzato pone il tema della relazione di cura che come vedremo è certamente importante in queste tecniche,che cercano di mettere al centro la persona, non ultimo lo sviluppo delle competenze,della capacità di cura di sé e dell’attenzione,della presenza e della capacità di essere consapevole,da parte dell’operatore Shiatsu. Ecco le principali tappe che abbiamo sviluppato finora: l’indagine sugli operatori Shiatsu in Italia, l’identità e la professionalità di cui abbiamo già parlato precedentemente,con una serie di laboratori fra cui quello sul tema del linguaggio e della comunicazione, in quanto ci pareva molto importante adottare delle nuove terminologie e farsi capire sempre di più per quello che lo Shiatsu può dare e dà. In effetti,già ora c’è stato un laboratorio sul tema dell’esperienza dell’operatore Shiatsu,che in particolare si è sviluppato sul tema della relazione di cura,sulle emozioni che reciprocamente i partecipanti alla relazione si trasmettono vicendevolmente.C’è poi l’indagine sull’esperienza delle persone in trattamento,raccontata attraverso il diario di salute e di cura,di cui parleremo in un’altra componente del nostro laboratorio Paracelso nell’intervento successivo,da cui si è originato un volume,che sta uscendo in questi giorni “Il contatto che trasforma”un’indagine sui percorsi di trattamento Shiatsu.Ecco qui arriviamo finalmente al nostro Shiatsu. Qual è il ruolo possibile in questo quadro,degli operatori Shiatsu che agiscono sul territorio? Tema della cura certamente, che come si diceva nel documento programmatico europeo che abbiamo visto sviluppa l’attenzione, la consapevolezza, la cura di sé,la personalizzazione della cura. Il contatto psicosomatico è una tecnica specifica particolare,che si situa all’interno delle varie tecniche di aiuto e di cura,di cui si ha disponibilità in particolare appunto sulle persone fragili, sulle persone a volte non autosufficienti, sulle riabilitazioni e così via.Secondo termine: salute. Indica come abbiamo già accennato,una dimensione centrale dell’intervento Shiatsu,che sempre più deve essere visto non solo come integrativo delle cure,ma come una prospettiva che abbiamo chiamato salutogenica secondo il concetto sviluppato da Antonovsky,cioè di generazione e rigenerazione delle risorse di salute, sia nella prospettiva promozionale del benessere,ma anche nella prospettiva di affrontare momenti difficili e passaggi della vita cioè la resilienza.Certamente lo Shiatsu in questo quadro si situa molto positivamente, svolge un’azione specifica ed estremamente interessante, integrativa delle altre prospettive esistenti in particolare di quella medica,con cui non interferisce assolutamente ma su cui può dare un aiuto valido. Poi c’è il tema della Comunità.Certamente l’associazionismo Shiatsu è molto propenso, per esempio sul tema del terzo settore, del volontariato, del farsi comunità, cioè non attendere una comunità esistente ma quanto a contribuire come risorsa associativa, come presenza sul territorio.